martedì 15 aprile 2008

Nasce il Movimento per il Partito Comunista.

Questo Movimento vuole essere un punto di aggregazione di tutte quelle forze e di tutte quelle realtà di sinistra che credono nella possibilità di un reale cambiamento dell'attuale organizzazione sociale basata sullo sfruttamento, sul profitto, sull'arricchimento di pochi a spese di tutto il resto della popolazione.
L'attuale sistema capitalistico si è, negli ultimi anni, riorganizzato e globalizzato per procedere su scala mondiale all'attacco contro quelle riforme sociali chieste dalle classi subalterne, ai salari, alla stabilità del posto di lavoro, ai diritti sindacali, alle conquiste sociali delle precedenti generazioni.
Abbiamo oramai verificato che qualsiasi tentativo di progresso basato sulla riforma progressiva dell'attuale asseto sociale è impossibile. Ovunque i Governi, siano di centrodestra, di centrosinistra o socialdemocratici, attuano le medesime politiche di austerità a di sacrificio. Le sedicenti sinistre che entrano in questi governi o che li appoggiano si rendono regolarmente complici di politiche contro i lavoratori, i giovani, i popoli oppressi. Si ritrovano sempre schierate in difesa degli interessi di chi detiene i grandi capitali, le grandi imprese multinazionali, le banche.

Non è possibile nessun progresso per l'umanità all'interno del sistema di produzione capitalista.
Solo l'espropriazione delle enormi ricchezze accumulate e la riappropriazione delle leve dell'economia e della scienza da parte del mondo del lavoro e della maggioranza della società permetteranno la riorganizzazione democratica, equa e giusta della società e del mondo.

In Italia sono più di vent'anni che le cosidette sinistre accettano di negoziare sulla piattaforma del padronato, dall'abolizione della scala mobile ai tagli alle spese sociali, dalle privatizzazioni allo smantellamento della previdenza pubblica, dalla precarizzazione del lavoro all'abbassamento dei salari a livelli da povertà.
Ci hanno sempre preso in giro dicendoci che i sacrifici servivano a realizzare miglioramenti futuri. In realtà ogni peggioramento ha preparato la strada ad un arretramento successivo fino alla drammatica situazione attuale in cui i giovani si vedono completamente privati delle conquiste dei loro padri.

Non dobbiamo più accettare qualsiasi negoziato sui sacrifici. Che i sacrifici comincino a farli i padroni!

Alcuni punti sono essenziali, in questa fase, per permettere un minimo di miglioramento delle condizioni della popolazione:

1) un sensibile aumento dei salari, degli stipendi e delle pensioni per tutti i lavoratori ed i pensionati;

2) abolizione di tutte le leggi che hanno permesso la precarizzazione del lavoro (pacchetto Treu, legge Maroni ecc.)

3) abolizione di tutte le riforme pensionistiche degli ultimi anni ed il ritorno alla previdenza pubblica a ripartizione;

4) salario garantito per tutti i disoccupati e per i giovani in cerca di occupazione;

5) massicci investimenti nella scuola pubblica, nella sanità pubblica, nei trasporti, nell'edilizia popolare ed eliminazione di tutte quelle politiche messe in atto ad esclusivo vantaggio dei profitti e delle rendite;

6) nazionalizzazione, riportando sotto il controllo popolare, di tutte quelle attività e servizi di prima necessità e di pubblica utilità quali sanità, scuola, produzione e distribuzione di energia, distribuzione di acqua e gas, telecomunicazioni, trasporti ecc.

7) nazionalizzazione, sotto il controllo dei lavoratori, di tutte quelle aziende che si dichiarano in crisi, che licenziano e che delocalizzano la produzione;

8) nazionalizzazione di banche ed assicurazioni (le banche e le assicurazioni sono il fondamento del potere economico in Italia e, questo potere, per garantire un'effettiva democrazia, non può restare privato);

A chi sostiene che non ci sono risorse finanziarie sufficienti per garantire scuola, sanità, previdenza pubblica e tutti quei servizi che dovrebbero essere garantiti e gratuiti per i cittadini rispondiamo che basta andare a prendere queste risorse dove sono: negli immensi profitti realizzati dalle grandi aziende in decenni di sfruttamento del lavoro remunerato con salari da fame.

A chi ci dice che il nostro pensiero ed i nostri ideali non sono compatibili con le attuali leggi economiche italiane, europee e mondiali rispondiamo che è vero. Aspiriamo infatti a costruire una società socialista più giusta e più equa non solo in Italia, ma anche in Europa e nel Mondo intero. Infatti il nostro non deve essere un programma di governo, per lo meno non un programma realizzabile nell'attuale quadro istituzionale. Dobbiamo batterci per un altro Stato ed un altro Governo, per il potere reale delle lavoratrici e dei lavoratori.

Dobbiamo, però, comunque impegnarci a difendere tutti quei diritti e quegli spazi democratici che le lavoratrici ed i lavoratori, le masse popolari, hanno conquistato e strappato al padronato con le dure lotte del passato.
Dobbiamo impegnarci per recuperare ed ampliare questi diritti ed arginare l'involuzione in corso, per recuperare pezzi di democrazia perduti, lottare per il ritorno ad un sistema elettorale democratico e proporzionale, per le piene libertà sindacali, la piena uguaglianza e parità di diritti tra lavoratori immigrati ed italiani, la libertà e la parità dei diritti delle donne, degli omosessuali, di tutte le minoranze oppresse.
Dobbiamo lottare per raggiungere una forma di democrazia reale.

Dobbiamo renderci conto, come abbiamo già più volte verificato in passato, che la controparte non si limiterà a guardare ed a controbattere dialetticamente e pacificamente. Dobbiamo perciò essere pronti a reagire, nei modi opportuni, a qualunque provocazione e violenza delle attuali istituzioni.

Per il comunismo e la creazione di una società realmente democratica e socialista.
Movimento per il Partito Comunista


http://perilcomunismo.blogspot.com
perilcomunismo@libero.it

7 commenti:

roob ha detto...

interessante,

Mi presento politicamente:
Non mi reputo un comunista, ma un anarchico socialista, mi rifaccio più alle teorie di Proudhon che a quelle Marxiste
(ma queste divisioni spero non siano d'intralcio a ricostruire dal BASSO)

ho scritto un paio di giorni fa a Sinistra Critica e PCL, ma non ho ottenuto risposta ancora

Chiedevo se si potesse organizzare una Costituente nazionale della Sinistra radicale e personalmente mi piacerebbe coinvolgere oltre che Comunisti anche i Socialisti e gli amici Anarchici(ai quali vorrei chiedere se non è ora di uscire dal fango e dall'isolamento della sperimentazione secolare e mettere un punto fermo ed unire le nostre forze nella battaglia anticapitalista)

Un unico partito di Sinistra radicale ricco di varie anime che sappia lavorare in parallelo:
Un vivace, critico e acceso dibattito INTERNO, ma UNA SOLA voce all'esterno, senza stupide divisioni in mille realtà minuscole.

Cosa ne pensi?

Movimento per il Partito Comunista ha detto...

Una Costituente nazionale della Sinistra radicale, che coinvolgesse tutte le forze di sinistra non riformiste, realmente interessate a portare avanti una lotta al capitale ed il cui obiettivo fosse quello di costruire il potere reale delle lavoratrici e dei lavoratori sarebbe auspicabile.
Sarebbe anche auspicabile che queste forze si scrollassero di dosso l'obiettivo di andare ad occupare un posticino all'interno dell'attuale quadro istituzionale.
Ciò che dobbiamo fortemente volere non è il potere all'interno degli attuali governi e nelle attuali Istituzioni, ma il superamento ed il cambiamento radicale di essi.

Anonimo ha detto...

che cosa avrebbe in più questo movimento rispetto ad alternativa comunista od al partito comunista dei lavoratori?

Non è una domanda provocatoria, mi interessa perché se le idee sono le stesse, non vedo il motivo di frammentare le nostre forze.

Movimento per il Partito Comunista ha detto...

Certamente niente di più e, probabilmente, nulla di meno.
Quello che dovrebbe unirci è la visione rivoluzionaria del cambiamento, tralasciando discorsi ideologo-teorici e personali aspirazioni di occupare qualche poltroncina parlamentare, che inevitabilmente ci dividono.
Dopo aver verificato, per lo meno da trenta anni, che il revisionismo è perdente, solo il superamento ed il cambiamento radicale delle attuali istituzioni e degli attuali governi è possibile. Governi ed istituzioni la cui visione deve essere completamente ribaltata, dalla esclusiva difesa degli interessi di chi accentra la ricchezza, alla difesa degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, i veri costruttori della ricchezza del paese e, quindi, i legittimi proprietari della stessa.

Anonimo ha detto...

Vi dico come la penso. Io non sono d'accordo con questa ricerca assoluta per un grande unico partito comunista.
Io credo che il partito comunista debba essere grande quanto a CONSENSI tra la gente, non in base alla grandezza delle forze politiche che lo compongono. Sinistra Arcobaleno insegna, per fortuna.
E' necessario creare un partito DEL POPOLO, non solo per il popolo. L'abbattimento di questa società è un priorità assoluta, cosi come l'aberrazione di ogni forma di governismo e collaborazione con il sistema capitalista ma per arrivare ad un risultato così grande (ricordiamo che stiamo vivendo (almeno in apparenza) la vittoria globale del capitalismo...) serve una partecipazione enorme. Che non si ottiene parlando (o meglio, chiaccherando) di rom, immigrati, guerra in iraq, ecc...
Il partito dei lavoratori deve parlare dei lavoratori, di case, di sanità, di stato. Il partito dei lavoratori deve essere l'unica scelta per il popolo.
La dolce dittatura del capitalismo deve avere termine e deve fare la stessa fine di ogni dittatura, e i dittatori la stessa fine di ogni dittatore.

Pasquale ha detto...

Questo è il momento storico di aggregazione di tutte le forze di sinistra indipendentemente dalle denominazioni e dai filoni culturali e strategici.
Spero che questa idea possa essere valutata nella giusta dimensione, cominciando a irrompere nel teatrino della politica con forza e con messaggi univoci.

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo. Anzi, questo è proprio il momento per essere disuniti più che mai per eliminare le differenze. Mi spiego meglio.
Noi paghiamo un ritardo storico dovuto all'avvento dello stalinismo e dell'URSS in generale, che pieno di nemici del comunismo, ha contribuito a rallentare la rivoluzione socialista. L'unità tra le forze è importante quando si è di fronte ad un nemico comune, e il problema primario e indispensabile è abbatterlo. Questo è stato il caso del fascismo e della guerra partigiana, nella quale sono confluite tutte le forze antifasciste con lo scopo di combatterlo. Ma questo non è il nostro caso, oggi. Oggi il problema dei comunisti è quello di trovare un'identità, di liberarsi di tutti i finto-comunisti, di spazzare via l'immagine del PCI, di ritrovare se stessi. Oggi siamo di fronte ad un grosso problema di classe, non tanto di partito. La coscienza di classe non esiste tra i lavoratori ed è più o meno l'obiettivo di tutte le forze.
Quello che divide le forze comuniste (non le varie idiozie tipo sinistra critica, collettivi, ecc...) è il METODO per arrivare alla coscienza di classe. Ci sono forze che aspirano ad arrivarci attraverso il parlamento borghese ed altre attraverso la costruzione di una rete di contatti e di supporti, da tenere in fermento non appena si ritenga ci siano le condizioni storiche per la rivoluzione socialista.

Le divisioni non sono stupide e non sono capricci, sono le divisioni che ci sono da sempre nei comunisti, anche ai tempi di Lenin. Sono inevitabili ed insanabili perché molte divisioni sono generate dalla profonda ignoranza sul marxismo tipica dei loro esponenti.
Non si tratta di unire, ma si tratta di arginare le correnti politiche che non portano a niente e che quindi contribuiscono a disperdere forze.
Pensate a quante persone, ignoranti, che votano PD o altri partiti di sinistra, che non saranno comuniste ma sono sicuramente potenziali comunisti! Sono persone predisposte ad una certa idea, ad un certo ragionamento. Pensate quante forze disperse! E quello che le disperde è la mancanza di una teoria rivoluzionaria che sappia legare i lavoratori e sappia infonderne coscienza di classe!
Dunque il movimento comunista non deve cercare unità (la quale si trova esclusivamente con il compromesso) ma buttare fuori dalla propria orbita i non comunisti, ritrovare un nucleo forte di comunisti preparati alla nuova sfida, purificarsi di tutti i risultati del processo stalinista-togliattiano che è stato il primo nemico del comunismo.
Una volta creata questa forza, si deve procedere avanti verso la creazione del movimento comunista che, vi ricordo, risiede nella forza del proletariato e non nella costruzione di un partito borghese che vinca le elezioni.
Non puoi vincere le elezioni ed entrar a far parte della macchina della Stato e poi aver come obiettivo la distruzione dello Stato stesso.
Così funzionano i tumori, non i movimenti politici.